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Rivolta del ghetto di Varsavia

La rivolta del ghetto di Varsavia del 1943 (in yiddish וואַרשעווער געטאָ אויפֿשטאַנד / Varshever geto oyfshtand, in polacco Powstanie w getcie warszawskim, in tedesco Aufstand im Warschauer Ghetto) fu l'insurrezione, avvenuta dal 19 aprile al 16 maggio 1943, compiuta dalla popolazione ebraica reclusa nel ghetto di Varsavia verso le autorità tedesche occupanti la capitale polacca durante la seconda guerra mondiale.[7] Furono circa 13.000 gli ebrei uccisi nel ghetto in conseguenza della repressione della rivolta (7.000 vittime di esecuzioni sommarie all'interno del ghetto, più 5.000-6.000 che perirono negli incendi o tra le macerie degli edifici distrutti).[8] Alle vittime dei combattimenti nel ghetto vanno aggiunti 6.929 "combattenti" prigionieri che furono trasportati e uccisi a Treblinka.[9] Il ghetto fu completamente raso al suolo e i suoi 42.000 abitanti superstiti furono dispersi in vari campi di concentramento.[5]

Rivolta del ghetto di Varsavia
parte della seconda guerra mondiale
Soldati delle SS durante la rivolta del ghetto di Varsavia
Data19 aprile - 16 maggio 1943
LuogoGhetto di Varsavia, Polonia
EsitoDecisiva vittoria tedesca
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
2.054, incluse 821 Waffen-SScirca 70.000 civili, 750-1.000 combattenti
Perdite
almeno 17 morti e 93 feriti[1] (16 morti e 85 feriti in azione)[2] (stima tedesca)

1.000 perdite (stima resistenza polacca)[3]

300 perdite (stime attuali)[4]
circa 13.000 vittime al ghetto (7.000 uccisi in esecuzioni sommarie, più 5.000-6.000 vittime degli incendi e delle esplosioni), oltre a 6.929 combattenti prigionieri uccisi nel Campo di concentramento di Treblinka. I 42.000 superstiti furono deportati e dispersi nei campi di concentramento di Majdanek, Poniatowa, Trawniki, Budzyn e Krasnik.[5][6]
Voci di rivolte presenti su Wikipedia

Antefatti

Il ghetto

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ghetto di Varsavia e Governatorato Generale.

Dall'inizio del 1940 i nazisti cominciarono a concentrare in Polonia oltre 3 milioni di ebrei in sovraffollati ghetti dislocati in varie città polacche; nel più grande di questi, quello di Varsavia, dall'estate dello stesso anno furono stipate, in una spazio di circa 3,4 chilometri quadrati, circa 400.000 persone[10], che arrivarono, nel 1942, a circa 500.000[11]. Nei tre anni e mezzo che seguirono, le già difficili condizioni di vita andarono sempre peggiorando, al punto che, all'inizio del 1941, la frequenza di mortalità per fame o per malattie raggiungeva la cifra di circa 2.000 al mese; in totale quell'anno morirono 44.360 ebrei, più del 10% dell'intera popolazione del ghetto[12].

Nel gennaio del 1942, durante la conferenza di Wannsee, venne decisa e pianificata la soluzione finale della questione ebraica: vennero attivati i campi di sterminio di Bełżec, Sobibór e Treblinka ed iniziarono i "trasferimenti" anche dal ghetto di Varsavia, riducendone progressivamente la popolazione[13] che, nel gennaio del 1943, data della prima ribellione contro i tedeschi, era diminuita a circa 70.000 persone.[11]

Ribellione del gennaio 1943

 
Mordechaj Anielewicz, comandante della ŻOB

Nel gennaio del 1943 erano rimasti nel ghetto circa 70.000 ebrei, dei quali oltre la metà erano utilizzati nelle industrie ebraiche al servizio dei tedeschi, tra le quali la ditta di Walter Többens[9]. Gli ebrei rimasti avevano l'impressione che le deportazioni sarebbero cessate, non solo in forza delle rassicurazioni fornite dai tedeschi, ma anche per la serie di retate avvenute nella parte tedesca di Varsavia, nelle quali venne catturato un grande numero di polacchi in età da lavoro. Il 18 gennaio, però, immediatamente dopo una visita in città del Reichsführer-SS Heinrich Himmler, venne deciso di trasferire ad est 8.000 operai ebrei, destinati ai campi di sterminio, e altri 16.000, destinati alla fabbrica di munizioni di Lublino[14], i quali furono rapidamente selezionati ed incolonnati per essere condotti fuori dal ghetto. Mentre la colonna stava percorrendo la via Kiska in direzione della Umschlagplatz, all'incrocio con via Zamenhof alcuni componenti della ŻOB, comandati da Mordechaj Anielewicz, che vi si erano infiltrati, aprirono il fuoco contro i tedeschi e le guardie ucraine che li scortavano, causando alcune vittime, realizzando il primo concreto tentativo di ribellione armata dall'inizio della guerra[9].

I tedeschi furono colti di sorpresa, ma negli scontri a fuoco che seguirono durante i quattro giorni successivi 1.171 ebrei furono uccisi, mentre solo 650 degli 8.000 previsti furono deportati; la Resistenza ottenne comunque il risultato che la presenza tedesca nel ghetto venne momentaneamente meno, le organizzazioni ŻOB e ŻZW ne presero il controllo, iniziando a scavare bunker e tunnel sotto le case, collegati tra loro attraverso le condotte di scarico ed al sistema idrico ed elettrico, ed anche vie di fuga che conducevano al di fuori del ghetto, operando inoltre contro i collaborazionisti ebraici; per i due mesi successivi non furono possibili altre "selezioni" nel ghetto[9].

Himmler, contrariato per l'inaspettata resistenza, il 1º febbraio 1943 inviò al SS- und Polizeiführer per il Governatorato Generale, Friedrich Wilhelm Krüger questo ordine: «Per ragioni di sicurezza le ordino di distruggere il ghetto di Varsavia dopo aver trasferito da là il campo di concentramento». L'ordine prevedeva inoltre la salvaguardia di tutte le installazioni produttive all'interno del ghetto, che avrebbero dovuto essere trasferite, insieme agli operai considerati "utili" allo sforzo bellico, presso altri ghetti dove avrebbero ripreso la produzione, principalmente lavori di sartoria per l'esercito. A tal fine, tra febbraio e marzo, le autorità tedesche, in collaborazione con alcuni imprenditori della zona, cercarono di convincere i lavoratori a uscire spontaneamente dal ghetto. Queste pressioni non ebbero però successo ed anzi fecero confluire molti operai nelle file dei movimenti di resistenza armata.

Il supporto della resistenza esterna al ghetto fu limitato, ma le unità polacche appartenenti all'Armia Krajowa e alla Gwardia Ludowa attaccarono sporadicamente le unità tedesche di guardia all'esterno del ghetto e cercarono di farvi penetrare armi e munizioni. In parte questi sforzi vennero rallentati per motivi politici: i rappresentanti della ŻOB erano vicini all'Unione Sovietica, che la resistenza polacca temeva come futuro ostacolo a una Polonia indipendente dopo la sconfitta delle forze tedesche. Nonostante questo, uno speciale comando dell'Armia Krajowa, comandato da Henryk Iwański, combatté all'interno del ghetto a fianco delle formazioni nazionaliste ebraiche della ŻZW. Vennero inoltre eseguiti due attentati dinamitardi contro le mura del ghetto, che però non sortirono nessun effetto.

L'insurrezione

 
Un uomo salta dalla finestra di una casa incendiata durante l'insurrezione; i tedeschi soprannominarono queste persone "Fallschirmjäger" (paracadutisti)

L'insurrezione ebbe inizio alle 6 del 19 aprile, nel periodo del Pesach, la Pasqua ebraica, quando, all'interno del ghetto, una colonna di soldati tedeschi stava percorrendo la via Nalewki e, giunta all'incrocio con via Gesia, venne fatta bersaglio di colpi di arma da fuoco, bottiglie incendiarie e granate provenienti dalle finestre; i soldati indietreggiarono rapidamente e, alle 7.30, lo Standartenführer Ferdinand von Sammern-Frankenegg informò il comandante del presidio, il Brigadeführer Jürgen Stroop, che le forze tedesche non erano più presenti nel ghetto e che avevano lamentato alcune vittime[15].

Il Brigadeführer Stroop, giunto il giorno 17 dai Balcani con l'ordine di liquidare il ghetto con una forza a disposizione di circa 2.090 uomini, alle ore 8 assunse personalmente il controllo delle operazioni[16] e diede immediatamente ordine ad un reparto, sostenuto da due autoblindo, un carro armato francese, due cannoni antiaerei ed un cannoncino leggero, di entrare nel ghetto dall'ingresso di via Snocza e di neutralizzare rapidamente gli insorti, ma l'azione non ebbe l'esito sperato e fu solo l'inizio dei combattimenti, destinati a protrarsi per quasi un mese[11].

Il 20 aprile i combattimenti proseguirono, ma la resistenza non accennò a diminuire; la tattica degli insorti, una volta entrati in contatto con i soldati tedeschi, consisteva nel tenerli impegnati sparando dall'interno di una casa mentre una parte di essi, attraverso passaggi sotterranei, predisposti nel periodo precedente all'insurrezione, giungeva alle spalle del nemico, prendendolo quindi tra due fuochi; i tedeschi tuttavia, dopo l'iniziale sorpresa, compresero tale tattica e Stroop diede ordine dapprima di fare uso di lanciafiamme e di gas asfissianti e successivamente di inondare tutti i sotterranei[16].

Le azioni all'interno del ghetto vennero interrotte a causa del buio e ripresero il giorno successivo: alle ore 7 un reparto d'assalto, rafforzato con armi pesanti ed elementi del genio, si mosse nella parte est del ghetto, nella zona degli alloggiamenti militari, riuscendo a sgomberare gli edifici ed a catturare circa 60 insorti, ma gli occupanti, circa 800, che si difesero sparando con fucili dai tetti e dalle finestre e lanciando sugli assalitori bottiglie al vetriolo[9], riuscirono a fuggire attraverso i passaggi sotterranei, che furono successivamente fatti saltare, ed il gruppo di case venne dato alle fiamme; circa 5.200 ebrei che risiedevano negli stabilimenti utilizzati per fabbricare materiali per l'esercito vennero rastrellati ed avviati alla deportazione prima che le operazioni venissero nuovamente interrotte a causa dell'oscurità[17].

 
Ebrei fucilati sul posto dopo la loro cattura

L'insurrezione proseguì nei giorni successivi: il 22 aprile, con tre reparti adibiti al rastrellamento, in aggiunta a quelli speciali con il compito di espugnare e di fare saltare i nascondigli sotterranei, i tedeschi riuscirono ad uccidere 230 insorti, annotando per la prima volta che tra loro vi erano anche delle donne[18]; il giorno 24 Stroop diede ordine di incendiare il ghetto ed i genieri tedeschi, spostandosi da una casa all'altra, cosparsero i pavimenti in legno e le scale degli edifici di benzina, appiccando il fuoco ed allontanandosi rapidamente[19], ma, a dispetto di questo, i combattimenti non accennavano a cessare, tanto che, il 26 aprile, egli ammise che tutte le unità, senza eccezioni, continuavano ad incontrare resistenza[18].

Il giorno 27 vennero predisposti 24 gruppi d'assalto che, divisi in piccole unità, proseguirono nell'azione contro gli insorti; nei nascondigli sotterranei vennero catturati 780 ebrei ed altri 115 furono uccisi negli scontri a fuoco e, alle ore 16, venne schierato un ulteriore reparto speciale, composto da 320 uomini, con il compito di percorrere la via Niska, a nord-est del ghetto, e di assaltare un grande gruppo di case ancora occupate: il blocco venne dapprima isolato e successivamente dato alle fiamme, ma gli occupanti resistettero fino a quando il fuoco non rese impossibile qualunque via di fuga, lanciandosi infine dalle finestre. Nei combattimenti del 27 aprile vennero catturati 2.560 ebrei, 547 dei quali vennero immediatamente uccisi, in aggiunta ad un numero imprecisato di vittime nei palazzi incendiati, facendo assommare a 31.746 il numero di ebrei catturati dall'inizio dell'insurrezione[6].

 
L'SS- und Polizeiführer Jürgen Stroop (al centro) durante i giorni dell'insurrezione

Le ingenti perdite patite da parte degli insorti non erano tuttavia solo frutto della superiorità dei tedeschi, ma anche della scarsità di armi a disposizione, che venivano in massima parte sottratte al nemico; essi infatti si erano in precedenza rivolti al comando della Resistenza polacca, la quale faceva capo al governo britannico, per ottenere armi e munizioni, ricevendo tuttavia solo qualche pistola, ed il comando della ŻOB, il 27 aprile, scrisse ai rappresentanti del governo di Londra a Varsavia "il rispetto e l'ammirazione che ci testimonia la popolazione polacca ci incoraggiano; la simpatia che voi ci testimoniate ci commuove; ma ciò che aiuterebbe assai di più, a noi che siamo decisi a lottare fino all'ultimo, sarebbe che voi ci deste armi e munizioni che avete in abbondanza e delle quali non fate uso"[18]. Nonostante tali suppliche rimanessero inascoltate, nella notte tra il 30 aprile ed il 1º maggio gli insorti prepararono una serie di azioni in concomitanza con la Festa del lavoro e, durante la giornata, decine di pattuglie tedesche furono attaccate; formazioni partigiane polacche, guidate dai comunisti, compirono una serie di azioni nella zona tedesca della città, fecero pervenire armi e munizioni nel ghetto ed operarono alcune azioni di salvataggio[20].

I combattimenti proseguirono incessanti per altre due settimane ed i tedeschi, allo scopo di eliminare tutte le sacche di resistenza, dopo avere incendiato il ghetto dovettero far saltare con la dinamite i blocchi di macerie dove trovavano rifugio gli insorti[21]; il 16 maggio Stroop annunciò che l'insurrezione era terminata[2], dichiarando che "il quartiere ebraico aveva cessato di esistere"[21]. Himmler diede ordine di fare saltare la grande sinagoga di Varsavia, sita in via Tlomacki e costruita nel 1877, ma alcuni ebrei, a piccoli gruppi o singole persone, rimasero nascosti nei rifugi sotterranei e nelle fognature, da dove una ragazza di 15 anni venne catturata il 13 dicembre[9], continuando sporadicamente a combattere ed a tentare di fuggire e, il 23 settembre, l'ultimo gruppo di insorti riuscì, armi alla mano, ad uscire dal ghetto ed a disperdersi nella zona tedesca della città[21].

Perdite

 
Fotografia tratta dal rapporto stilato da Jürgen Stroop nel maggio 1943 inviato ad Heinrich Himmler. La didascalia originale in tedesco indica: "Fatti uscire forzatamente dai nascondigli". A destra con il mitra è Josef Blösche.

Il rapporto finale stilato da Jürgen Stroop il 24 maggio 1943 riportava[6]:

«Dei complessivi 56.065 ebrei catturati, 7.000 sono stati annientati nel corso della "grossaktion" nell'ex quartiere ebraico, altri 6.929 sono stati eliminati trasportandoli a Treblinka. In totale sono stati così annientati 13.929 ebrei. Oltre a questi 56.065 ebrei, presumibilmente ne sono stati annientati nelle esplosioni e negli incendi altri 5.000-6.000»

Furono quindi circa 13.000 gli ebrei uccisi nel ghetto durante la rivolta (7.000 vittime di esecuzioni sommarie all'interno del ghetto, più 5.000-6.000 che perirono negli incendi o tra le macerie degli edifici distrutti).[8] Alle vittime dei combattimenti nel ghetto vanno aggiunti i 6.929 combattenti prigionieri che furono trasportati e uccisi a Treblinka.[9] I rimanenti 42.000 superstiti furono inviati in vari campi di concentramento. La maggior parte di coloro che giunsero nei campi di Majdanek, Poniatowa, e Trawniki troveranno la morte nel novembre 1943 nel corso dell'Operazione Erntefest. Solo poche migliaia tra coloro che furono inviati nei campi di Budzyn e Krasnik sopravviveranno all'Olocausto.[5]

Le perdite dichiarate dai nazisti furono 110, 17 morti e 93 feriti,[1] (dei quali 16 morti e 85 feriti in azione)[2], mentre la stampa clandestina polacca parlò di circa 1.000 vittime tedesche[3]. Una stima più realistica pone il numero delle perdite tra le forze tedesche e i collaborazionisti sui 300 soldati.[4]

Conseguenze

Terminata la rivolta, il ghetto venne demolito con la distruzione della maggior parte delle case superstiti e divenne il punto per le esecuzioni di prigionieri ed ostaggi polacchi. Nel luglio 1943 sulle rovine del ghetto venne costruito il Campo di concentramento di Varsavia (KL Warschau)[22]. Durante la successiva insurrezione di Varsavia del 1944, un battaglione dell'Armia Krajowa riuscì a salvare circa 380 ebrei dalle prigioni di Gęsiówka e Pawiak, molti dei quali entrarono immediatamente a far parte dell'unità.

Il dopoguerra dei combattenti sopravvissuti in Israele

Alcuni sopravvissuti all'insurrezione del ghetto, conosciuti come i "combattenti del ghetto", tra i quali il vicecomandante della ŻOB Jitzhak Zuckerman e la moglie Zivia Lubetkin, dopo la guerra si trasferirono in Israele, fondando nel 1948 il kibbutz "Lohamey ha-Geta'ot" ("dei combattenti"), sito nella Galilea occidentale[23]. Nel 1984 i membri del kibbutz pubblicarono Dapei Edut ("Testimonianze dei sopravvissuti"), quattro volumi di ricordi personali di 96 membri del kibbutz. Situato a nord di San Giovanni d'Acri, il kibbutz possiede un museo ed un archivio dedicato alla memoria dell'Olocausto.

Filmografia

Note

  1. ^ a b Kazimierz Moczarski, Entretiens avec le bourreau, Éditions Gallimard, 2011.
  2. ^ a b c AA.VV. Macchina di Morte 1993, p. 139.
  3. ^ a b Etnasi, Forti 1963, p. 120.
  4. ^ a b Israel Gutman, The Jews of Warsaw, 1939–1945: Ghetto, Underground, Revolt, Indiana University Press, 1982.
  5. ^ a b c "Warsaw Ghetto Uprising", United States Holocaust Memorial Museum.
  6. ^ a b c Etnasi, Forti 1963, p. 117.
  7. ^ Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 367.
  8. ^ a b "The Stroop Report", Jewish Virtual Library.
  9. ^ a b c d e f g Biagi 1995 vol. V, p. 1645.
  10. ^ AA.VV. Macchina di Morte 1993, p. 34.
  11. ^ a b c Biagi 1995 vol. V, p. 1644.
  12. ^ AA.VV. Macchina di Morte 1993, p. 36.
  13. ^ Biagi 1995 vol. V, p. 1650.
  14. ^ olokaustos.org - 18 gennaio 1943: gli ebrei si difendono
  15. ^ Etnasi, Forti 1963, p. 108.
  16. ^ a b Etnasi, Forti 1963, p. 110.
  17. ^ Etnasi, Forti 1963, p. 115.
  18. ^ a b c Etnasi, Forti 1963, p. 111.
  19. ^ AA.VV. Macchina di Morte 1993, p. 135.
  20. ^ Etnasi, Forti 1963, p. 112.
  21. ^ a b c Etnasi, Forti 1963, p. 119.
  22. ^ Tessler 1999, pp. 156-1575.
  23. ^ olokaustos.org - Yitzahk Zuckerman

Bibliografia

  • Il terzo Reich, vol. Macchina di Morte, H&W, 1993, ISBN non esistente.
  • Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. V, Fabbri Editori, 1995, ISBN non esistente.
  • Fernando Etnasi - Roberto Forti, Notte sull'Europa, Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti, 1963, ISBN non esistente.
  • (EN) Rudolph Tessler, Letter to My Children: From Romania to America Via Auschwitz, University of Missouri Press, 1999.
  • Cesare Salmaggi - Alfredo Pallavisini, La seconda guerra mondiale, Mondadori, 1989, ISBN 88-04-39248-7.
  • Fabio Beltrame, Gli eroi di Varsavia. Resistenza e rivolta nel ghetto (1939-1943), 2007, Prospettiva edizioni, ISBN 9788880221319
  • Leon Uris, Mila 18, Bompiani 1986, ISBN 9788845213311

Sitografia

  • . URL consultato il 20 novembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2015).

Voci correlate

Altri progetti

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  •   Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rivolta del ghetto di Varsavia

Collegamenti esterni

  • (EN) I rapporti ufficiali inviati giorno per giorno da Jürgen Stroop, comandante delle forze tedesche, su jewishvirtuallibrary.org.
  • (EN) Documenti e informazioni relative al ghetto e alla rivolta del ghetto di Varsavia, su jewishvirtuallibrary.org.
  • (EN) Il sito ufficiale del museo del kibbutz Lohamey ha-Geta'ot, su gfh.org.il.
  • (EN) Galleria di immagini della rivolta nel ghetto, su fcit.coedu.usf.edu.
Controllo di autoritàLCCN (EN) sh85145297 · GND (DE) 4129246-7 · J9U (ENHE) 987007551289805171
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La rivolta del ghetto di Varsavia del 1943 in yiddish ווא רשעווער געטא אויפ שטא נד Varshever geto oyfshtand in polacco Powstanie w getcie warszawskim in tedesco Aufstand im Warschauer Ghetto fu l insurrezione avvenuta dal 19 aprile al 16 maggio 1943 compiuta dalla popolazione ebraica reclusa nel ghetto di Varsavia verso le autorita tedesche occupanti la capitale polacca durante la seconda guerra mondiale 7 Furono circa 13 000 gli ebrei uccisi nel ghetto in conseguenza della repressione della rivolta 7 000 vittime di esecuzioni sommarie all interno del ghetto piu 5 000 6 000 che perirono negli incendi o tra le macerie degli edifici distrutti 8 Alle vittime dei combattimenti nel ghetto vanno aggiunti 6 929 combattenti prigionieri che furono trasportati e uccisi a Treblinka 9 Il ghetto fu completamente raso al suolo e i suoi 42 000 abitanti superstiti furono dispersi in vari campi di concentramento 5 Rivolta del ghetto di Varsaviaparte della seconda guerra mondialeSoldati delle SS durante la rivolta del ghetto di VarsaviaData19 aprile 16 maggio 1943LuogoGhetto di Varsavia PoloniaEsitoDecisiva vittoria tedescaSchieramenti Germania Gestapo Ordnungspolizei SD Waffen SS Collaborazionisti Sonderdienst Judischer Ordnungsdienst Granatowa policja Resistenza ebraica ZOB ZZW Resistenza polacca AK GL ComandantiJurgen Stroop Ferdinand von Sammern Frankenegg Arpad Wigand Ludwig HahnMordechaj Anielewicz Marek Edelman Pawel Frenkiel Effettivi2 054 incluse 821 Waffen SScirca 70 000 civili 750 1 000 combattentiPerditealmeno 17 morti e 93 feriti 1 16 morti e 85 feriti in azione 2 stima tedesca 1 000 perdite stima resistenza polacca 3 300 perdite stime attuali 4 circa 13 000 vittime al ghetto 7 000 uccisi in esecuzioni sommarie piu 5 000 6 000 vittime degli incendi e delle esplosioni oltre a 6 929 combattenti prigionieri uccisi nel Campo di concentramento di Treblinka I 42 000 superstiti furono deportati e dispersi nei campi di concentramento di Majdanek Poniatowa Trawniki Budzyn e Krasnik 5 6 Voci di rivolte presenti su Wikipedia Indice 1 Antefatti 1 1 Il ghetto 1 2 Ribellione del gennaio 1943 2 L insurrezione 2 1 Perdite 3 Conseguenze 4 Il dopoguerra dei combattenti sopravvissuti in Israele 5 Filmografia 6 Note 7 Bibliografia 8 Sitografia 9 Voci correlate 10 Altri progetti 11 Collegamenti esterniAntefatti ModificaIl ghetto Modifica Lo stesso argomento in dettaglio Ghetto di Varsavia e Governatorato Generale Dall inizio del 1940 i nazisti cominciarono a concentrare in Polonia oltre 3 milioni di ebrei in sovraffollati ghetti dislocati in varie citta polacche nel piu grande di questi quello di Varsavia dall estate dello stesso anno furono stipate in una spazio di circa 3 4 chilometri quadrati circa 400 000 persone 10 che arrivarono nel 1942 a circa 500 000 11 Nei tre anni e mezzo che seguirono le gia difficili condizioni di vita andarono sempre peggiorando al punto che all inizio del 1941 la frequenza di mortalita per fame o per malattie raggiungeva la cifra di circa 2 000 al mese in totale quell anno morirono 44 360 ebrei piu del 10 dell intera popolazione del ghetto 12 Nel gennaio del 1942 durante la conferenza di Wannsee venne decisa e pianificata la soluzione finale della questione ebraica vennero attivati i campi di sterminio di Belzec Sobibor e Treblinka ed iniziarono i trasferimenti anche dal ghetto di Varsavia riducendone progressivamente la popolazione 13 che nel gennaio del 1943 data della prima ribellione contro i tedeschi era diminuita a circa 70 000 persone 11 Ribellione del gennaio 1943 Modifica Mordechaj Anielewicz comandante della ZOBNel gennaio del 1943 erano rimasti nel ghetto circa 70 000 ebrei dei quali oltre la meta erano utilizzati nelle industrie ebraiche al servizio dei tedeschi tra le quali la ditta di Walter Tobbens 9 Gli ebrei rimasti avevano l impressione che le deportazioni sarebbero cessate non solo in forza delle rassicurazioni fornite dai tedeschi ma anche per la serie di retate avvenute nella parte tedesca di Varsavia nelle quali venne catturato un grande numero di polacchi in eta da lavoro Il 18 gennaio pero immediatamente dopo una visita in citta del Reichsfuhrer SS Heinrich Himmler venne deciso di trasferire ad est 8 000 operai ebrei destinati ai campi di sterminio e altri 16 000 destinati alla fabbrica di munizioni di Lublino 14 i quali furono rapidamente selezionati ed incolonnati per essere condotti fuori dal ghetto Mentre la colonna stava percorrendo la via Kiska in direzione della Umschlagplatz all incrocio con via Zamenhof alcuni componenti della ZOB comandati da Mordechaj Anielewicz che vi si erano infiltrati aprirono il fuoco contro i tedeschi e le guardie ucraine che li scortavano causando alcune vittime realizzando il primo concreto tentativo di ribellione armata dall inizio della guerra 9 I tedeschi furono colti di sorpresa ma negli scontri a fuoco che seguirono durante i quattro giorni successivi 1 171 ebrei furono uccisi mentre solo 650 degli 8 000 previsti furono deportati la Resistenza ottenne comunque il risultato che la presenza tedesca nel ghetto venne momentaneamente meno le organizzazioni ZOB e ZZW ne presero il controllo iniziando a scavare bunker e tunnel sotto le case collegati tra loro attraverso le condotte di scarico ed al sistema idrico ed elettrico ed anche vie di fuga che conducevano al di fuori del ghetto operando inoltre contro i collaborazionisti ebraici per i due mesi successivi non furono possibili altre selezioni nel ghetto 9 Himmler contrariato per l inaspettata resistenza il 1º febbraio 1943 invio al SS und Polizeifuhrer per il Governatorato Generale Friedrich Wilhelm Kruger questo ordine Per ragioni di sicurezza le ordino di distruggere il ghetto di Varsavia dopo aver trasferito da la il campo di concentramento L ordine prevedeva inoltre la salvaguardia di tutte le installazioni produttive all interno del ghetto che avrebbero dovuto essere trasferite insieme agli operai considerati utili allo sforzo bellico presso altri ghetti dove avrebbero ripreso la produzione principalmente lavori di sartoria per l esercito A tal fine tra febbraio e marzo le autorita tedesche in collaborazione con alcuni imprenditori della zona cercarono di convincere i lavoratori a uscire spontaneamente dal ghetto Queste pressioni non ebbero pero successo ed anzi fecero confluire molti operai nelle file dei movimenti di resistenza armata Il supporto della resistenza esterna al ghetto fu limitato ma le unita polacche appartenenti all Armia Krajowa e alla Gwardia Ludowa attaccarono sporadicamente le unita tedesche di guardia all esterno del ghetto e cercarono di farvi penetrare armi e munizioni In parte questi sforzi vennero rallentati per motivi politici i rappresentanti della ZOB erano vicini all Unione Sovietica che la resistenza polacca temeva come futuro ostacolo a una Polonia indipendente dopo la sconfitta delle forze tedesche Nonostante questo uno speciale comando dell Armia Krajowa comandato da Henryk Iwanski combatte all interno del ghetto a fianco delle formazioni nazionaliste ebraiche della ZZW Vennero inoltre eseguiti due attentati dinamitardi contro le mura del ghetto che pero non sortirono nessun effetto L insurrezione Modifica Un uomo salta dalla finestra di una casa incendiata durante l insurrezione i tedeschi soprannominarono queste persone Fallschirmjager paracadutisti L insurrezione ebbe inizio alle 6 del 19 aprile nel periodo del Pesach la Pasqua ebraica quando all interno del ghetto una colonna di soldati tedeschi stava percorrendo la via Nalewki e giunta all incrocio con via Gesia venne fatta bersaglio di colpi di arma da fuoco bottiglie incendiarie e granate provenienti dalle finestre i soldati indietreggiarono rapidamente e alle 7 30 lo Standartenfuhrer Ferdinand von Sammern Frankenegg informo il comandante del presidio il Brigadefuhrer Jurgen Stroop che le forze tedesche non erano piu presenti nel ghetto e che avevano lamentato alcune vittime 15 Il Brigadefuhrer Stroop giunto il giorno 17 dai Balcani con l ordine di liquidare il ghetto con una forza a disposizione di circa 2 090 uomini alle ore 8 assunse personalmente il controllo delle operazioni 16 e diede immediatamente ordine ad un reparto sostenuto da due autoblindo un carro armato francese due cannoni antiaerei ed un cannoncino leggero di entrare nel ghetto dall ingresso di via Snocza e di neutralizzare rapidamente gli insorti ma l azione non ebbe l esito sperato e fu solo l inizio dei combattimenti destinati a protrarsi per quasi un mese 11 Il 20 aprile i combattimenti proseguirono ma la resistenza non accenno a diminuire la tattica degli insorti una volta entrati in contatto con i soldati tedeschi consisteva nel tenerli impegnati sparando dall interno di una casa mentre una parte di essi attraverso passaggi sotterranei predisposti nel periodo precedente all insurrezione giungeva alle spalle del nemico prendendolo quindi tra due fuochi i tedeschi tuttavia dopo l iniziale sorpresa compresero tale tattica e Stroop diede ordine dapprima di fare uso di lanciafiamme e di gas asfissianti e successivamente di inondare tutti i sotterranei 16 Le azioni all interno del ghetto vennero interrotte a causa del buio e ripresero il giorno successivo alle ore 7 un reparto d assalto rafforzato con armi pesanti ed elementi del genio si mosse nella parte est del ghetto nella zona degli alloggiamenti militari riuscendo a sgomberare gli edifici ed a catturare circa 60 insorti ma gli occupanti circa 800 che si difesero sparando con fucili dai tetti e dalle finestre e lanciando sugli assalitori bottiglie al vetriolo 9 riuscirono a fuggire attraverso i passaggi sotterranei che furono successivamente fatti saltare ed il gruppo di case venne dato alle fiamme circa 5 200 ebrei che risiedevano negli stabilimenti utilizzati per fabbricare materiali per l esercito vennero rastrellati ed avviati alla deportazione prima che le operazioni venissero nuovamente interrotte a causa dell oscurita 17 Ebrei fucilati sul posto dopo la loro catturaL insurrezione prosegui nei giorni successivi il 22 aprile con tre reparti adibiti al rastrellamento in aggiunta a quelli speciali con il compito di espugnare e di fare saltare i nascondigli sotterranei i tedeschi riuscirono ad uccidere 230 insorti annotando per la prima volta che tra loro vi erano anche delle donne 18 il giorno 24 Stroop diede ordine di incendiare il ghetto ed i genieri tedeschi spostandosi da una casa all altra cosparsero i pavimenti in legno e le scale degli edifici di benzina appiccando il fuoco ed allontanandosi rapidamente 19 ma a dispetto di questo i combattimenti non accennavano a cessare tanto che il 26 aprile egli ammise che tutte le unita senza eccezioni continuavano ad incontrare resistenza 18 Il giorno 27 vennero predisposti 24 gruppi d assalto che divisi in piccole unita proseguirono nell azione contro gli insorti nei nascondigli sotterranei vennero catturati 780 ebrei ed altri 115 furono uccisi negli scontri a fuoco e alle ore 16 venne schierato un ulteriore reparto speciale composto da 320 uomini con il compito di percorrere la via Niska a nord est del ghetto e di assaltare un grande gruppo di case ancora occupate il blocco venne dapprima isolato e successivamente dato alle fiamme ma gli occupanti resistettero fino a quando il fuoco non rese impossibile qualunque via di fuga lanciandosi infine dalle finestre Nei combattimenti del 27 aprile vennero catturati 2 560 ebrei 547 dei quali vennero immediatamente uccisi in aggiunta ad un numero imprecisato di vittime nei palazzi incendiati facendo assommare a 31 746 il numero di ebrei catturati dall inizio dell insurrezione 6 L SS und Polizeifuhrer Jurgen Stroop al centro durante i giorni dell insurrezioneLe ingenti perdite patite da parte degli insorti non erano tuttavia solo frutto della superiorita dei tedeschi ma anche della scarsita di armi a disposizione che venivano in massima parte sottratte al nemico essi infatti si erano in precedenza rivolti al comando della Resistenza polacca la quale faceva capo al governo britannico per ottenere armi e munizioni ricevendo tuttavia solo qualche pistola ed il comando della ZOB il 27 aprile scrisse ai rappresentanti del governo di Londra a Varsavia il rispetto e l ammirazione che ci testimonia la popolazione polacca ci incoraggiano la simpatia che voi ci testimoniate ci commuove ma cio che aiuterebbe assai di piu a noi che siamo decisi a lottare fino all ultimo sarebbe che voi ci deste armi e munizioni che avete in abbondanza e delle quali non fate uso 18 Nonostante tali suppliche rimanessero inascoltate nella notte tra il 30 aprile ed il 1º maggio gli insorti prepararono una serie di azioni in concomitanza con la Festa del lavoro e durante la giornata decine di pattuglie tedesche furono attaccate formazioni partigiane polacche guidate dai comunisti compirono una serie di azioni nella zona tedesca della citta fecero pervenire armi e munizioni nel ghetto ed operarono alcune azioni di salvataggio 20 I combattimenti proseguirono incessanti per altre due settimane ed i tedeschi allo scopo di eliminare tutte le sacche di resistenza dopo avere incendiato il ghetto dovettero far saltare con la dinamite i blocchi di macerie dove trovavano rifugio gli insorti 21 il 16 maggio Stroop annuncio che l insurrezione era terminata 2 dichiarando che il quartiere ebraico aveva cessato di esistere 21 Himmler diede ordine di fare saltare la grande sinagoga di Varsavia sita in via Tlomacki e costruita nel 1877 ma alcuni ebrei a piccoli gruppi o singole persone rimasero nascosti nei rifugi sotterranei e nelle fognature da dove una ragazza di 15 anni venne catturata il 13 dicembre 9 continuando sporadicamente a combattere ed a tentare di fuggire e il 23 settembre l ultimo gruppo di insorti riusci armi alla mano ad uscire dal ghetto ed a disperdersi nella zona tedesca della citta 21 Perdite Modifica Fotografia tratta dal rapporto stilato da Jurgen Stroop nel maggio 1943 inviato ad Heinrich Himmler La didascalia originale in tedesco indica Fatti uscire forzatamente dai nascondigli A destra con il mitra e Josef Blosche Il rapporto finale stilato da Jurgen Stroop il 24 maggio 1943 riportava 6 Dei complessivi 56 065 ebrei catturati 7 000 sono stati annientati nel corso della grossaktion nell ex quartiere ebraico altri 6 929 sono stati eliminati trasportandoli a Treblinka In totale sono stati cosi annientati 13 929 ebrei Oltre a questi 56 065 ebrei presumibilmente ne sono stati annientati nelle esplosioni e negli incendi altri 5 000 6 000 Furono quindi circa 13 000 gli ebrei uccisi nel ghetto durante la rivolta 7 000 vittime di esecuzioni sommarie all interno del ghetto piu 5 000 6 000 che perirono negli incendi o tra le macerie degli edifici distrutti 8 Alle vittime dei combattimenti nel ghetto vanno aggiunti i 6 929 combattenti prigionieri che furono trasportati e uccisi a Treblinka 9 I rimanenti 42 000 superstiti furono inviati in vari campi di concentramento La maggior parte di coloro che giunsero nei campi di Majdanek Poniatowa e Trawniki troveranno la morte nel novembre 1943 nel corso dell Operazione Erntefest Solo poche migliaia tra coloro che furono inviati nei campi di Budzyn e Krasnik sopravviveranno all Olocausto 5 Le perdite dichiarate dai nazisti furono 110 17 morti e 93 feriti 1 dei quali 16 morti e 85 feriti in azione 2 mentre la stampa clandestina polacca parlo di circa 1 000 vittime tedesche 3 Una stima piu realistica pone il numero delle perdite tra le forze tedesche e i collaborazionisti sui 300 soldati 4 Conseguenze ModificaTerminata la rivolta il ghetto venne demolito con la distruzione della maggior parte delle case superstiti e divenne il punto per le esecuzioni di prigionieri ed ostaggi polacchi Nel luglio 1943 sulle rovine del ghetto venne costruito il Campo di concentramento di Varsavia KL Warschau 22 Durante la successiva insurrezione di Varsavia del 1944 un battaglione dell Armia Krajowa riusci a salvare circa 380 ebrei dalle prigioni di Gesiowka e Pawiak molti dei quali entrarono immediatamente a far parte dell unita Il dopoguerra dei combattenti sopravvissuti in Israele ModificaAlcuni sopravvissuti all insurrezione del ghetto conosciuti come i combattenti del ghetto tra i quali il vicecomandante della ZOB Jitzhak Zuckerman e la moglie Zivia Lubetkin dopo la guerra si trasferirono in Israele fondando nel 1948 il kibbutz Lohamey ha Geta ot dei combattenti sito nella Galilea occidentale 23 Nel 1984 i membri del kibbutz pubblicarono Dapei Edut Testimonianze dei sopravvissuti quattro volumi di ricordi personali di 96 membri del kibbutz Situato a nord di San Giovanni d Acri il kibbutz possiede un museo ed un archivio dedicato alla memoria dell Olocausto Filmografia ModificaLa rivolta Uprising regia di Jon Avnet 2001 Il pianista The Pianist regia di Roman Polanski 2002 Note Modifica a b Kazimierz Moczarski Entretiens avec le bourreau Editions Gallimard 2011 a b c AA VV Macchina di Morte 1993 p 139 a b Etnasi Forti 1963 p 120 a b Israel Gutman The Jews of Warsaw 1939 1945 Ghetto Underground Revolt Indiana University Press 1982 a b c Warsaw Ghetto Uprising United States Holocaust Memorial Museum a b c Etnasi Forti 1963 p 117 Salmaggi Pallavisini 1989 p 367 a b The Stroop Report Jewish Virtual Library a b c d e f g Biagi 1995 vol V p 1645 AA VV Macchina di Morte 1993 p 34 a b c Biagi 1995 vol V p 1644 AA VV Macchina di Morte 1993 p 36 Biagi 1995 vol V p 1650 olokaustos org 18 gennaio 1943 gli ebrei si difendono Etnasi Forti 1963 p 108 a b Etnasi Forti 1963 p 110 Etnasi Forti 1963 p 115 a b c Etnasi Forti 1963 p 111 AA VV Macchina di Morte 1993 p 135 Etnasi Forti 1963 p 112 a b c Etnasi Forti 1963 p 119 Tessler 1999 pp 156 1575 olokaustos org Yitzahk ZuckermanBibliografia ModificaIl terzo Reich vol Macchina di Morte H amp W 1993 ISBN non esistente Enzo Biagi La seconda guerra mondiale vol V Fabbri Editori 1995 ISBN non esistente Fernando Etnasi Roberto Forti Notte sull Europa Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti 1963 ISBN non esistente EN Rudolph Tessler Letter to My Children From Romania to America Via Auschwitz University of Missouri Press 1999 Cesare Salmaggi Alfredo Pallavisini La seconda guerra mondiale Mondadori 1989 ISBN 88 04 39248 7 Fabio Beltrame Gli eroi di Varsavia Resistenza e rivolta nel ghetto 1939 1943 2007 Prospettiva edizioni ISBN 9788880221319 Leon Uris Mila 18 Bompiani 1986 ISBN 9788845213311Sitografia Modificaolokaustos org URL consultato il 20 novembre 2014 archiviato dall url originale l 11 febbraio 2015 Voci correlate ModificaRivolta di Varsavia Ghetto di Varsavia Campo di concentramento di Varsavia Ghetti nazisti Jurgen Stroop Zydowska Organizacja Bojowa Zydowski Zwiazek Walki Mordechaj Anielewicz Warschauer Kniefall Marek EdelmanAltri progetti ModificaAltri progettiWikiquote Wikimedia Commons Wikiquote contiene citazioni di o su Rivolta del ghetto di Varsavia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rivolta del ghetto di 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